SAVIANO, FAZIO, LA BARCACCIA E GLI "AMICI" di FACEBOOK
Giovedì 18 Novembre 2010 00:18

                                                        savian_fazio

A seguito della trasmissione di Fazio e Saviano , sulla mia pagina di Facebook ho pubblicato lunedì scorso una breve recensione “a caldo” , questa:

..sto cercando di seguire "Vieni via con me" , trasmissione che finora non avevo ancora visto...purtroppo non reggo questi continui sermoni, piagnistei, questa visione stracciona e macabra che ci viene quotidianamente ammannita dalla cronaca . Ho seguito Saviano che racconta la 'ndrangheta" come fosse... la storiella di Biancaneve, senza risolvere alcunché ma regalando carrettate di aria fritta. Guardo Fazio come il napoletanissimo "gallo 'ncoppa a' munnezza" e penso alla sua personalissima Beggar's Opera, molto ma molto ben pagata...nonostante sia lì con la faccia da Madonna dei 7 dolori. Entra Bersani...sembra Peppone, senza la simpatia né la verve di Gino Cervi. Poi entra Fini...recita un sermone sulla Destra, così dice lui, ma dice le stesse cose che aveva detto prima Don Bersani. Poi entra Paolo Rossi....inquietante...passo oltre...non mi fa ridere nemmeno per sbaglio, nemmeno per un nano-secondo. Ma sarebbe un "comico"? Che mestiere fa? Mah... Si passa poi al caso Englaro, entra in scena il padre, un uomo che ha talmente sofferto da non capire più QUANTO EGLI VENGA SFRUTTATO da chi sul dolore vuole far spettacolo...
La cosa che più mi atterrisce è la sceneggiatura di questa nuova Tv del Dolore, il gobbo che stampa il sermone su casi e su situazioni che andrebbero seriamente vagliati e risolti da magistratura e forza dell'ordine, nei casi delinquenzali, o dai familiari , nei tristissimi casi riferiti all'eutanasia (un argomento che diventa addirittura osceno se spettacolarizzato in Tv)...Verdone in "Perdiamoci di vista" aveva previsto tutto già nel 1994...


Ricevo ora , attraverso una redazione amica di Radio3, lo scritto del sigg. Agostino Quadrino, eccolo nella sua stesura integrale:

                                                 

Stinchelli, Radio3 e le critiche a Fazio-Saviano.

pubblicata da Agostino Quadrino il giorno martedì 16 novembre 2010 alle ore 13.41

Le critiche di Enrico Stinchelli alla trasmissione di Fazio e Saviano, postate ieri sera sul suo profilo facebook le trovo del tutto gratuite ed anche irritanti e per questo le avevo discusse nei commenti. Vedo di spiegare perché, qui in questa nota, che vuole prendere spunto da un episodio per parlare un po' di questioni più generali e a mio avviso rilevanti sul mondo della radio e della TV pubbliche in Italia.

Dispiace (per lui, che fa una brutta figura) il fatto che il simpatico Enrico abbia voluto immediatamente cancellare queste mie critiche dai commenti al suo post, provvedendo a bannare il sottoscritto dai suoi contatti, come subito segnalatomi da un contatto comune. Così di solito fa, in modo infantile e patetico, chi non sa cosa sia la rete e si bea di commenti plaudenti, senza avere la capacità dilaettica di controbattere.]

La trasmissione "Vieni via con me", salvo qualche caduta retorica, è uno dei rari esempi di televisione fatta per chi ha il cervello ancora acceso. Stinchelli critica questo genere di trasmissioni forse perché non conosce quale caravanserraglio di pacchi, veline, mostri in prima pagina, sangue e televendite è diventato il servizio televisivo pubblico, alla rincorsa della televisione commerciale del proprietario di tutto, che ha tolto ogni dignità culturale e civile a questo straordinario mezzo di comunicazione, in Italia, da venti anni ad oggi.Il programma di Fazio e Saviano ha il grande merito di avvicinare, giovani e non, ad una visione di quello che sarebbe il nostro paese senza il caravanserraglio berlusconiano a cui siamo incatenati in tutti i settori: fa vedere facce, racconta storie e presenta realtà sociali che di regola sono totalmente sommerse, soprattutto nei telegiornali e nel cosiddetto intrattenimento, semplicemente perché non funzionali al meccanismo commerciale ed elettorale dei cialtroni al potere e del loro capo. I miei figli, per esempio, 20 e 24 anni, che non vedono quasi mai la TV, hanno seguito con molto interesse le due puntate, scoprendo cosa è la camorra nei suoi rituali, cosa significa Unità d’Italia e cosa sarebbe il vero federalismo di Cattaneo e Filangieri, chi erano Falcone e Borsellino e così via… Ieri sera hanno anche capito che la politica e le posizioni di destra e sinistra sono qualcosa di diverso dal ciarpame quotidiano che ci ammorba senza alcun fondamento ideale e valoriale. Soprattutto hanno sentito parlare di politica, destra e sinistra, senza confondere questo nobile tema con la paccottiglia di prostituzione e furbate giudiziarie, come può pensare che sia la politica un ragazzo nato e vissuto nel ventennio berlusconico. Ma di questo Stinchelli non si interessa, e si avventa su questa rara occasione di riflessione e presa di coscienza civile e democratica, con piglio e snobismo meritevole di miglior causa.Eppure anche lui lavora per il servizio pubblico e forse a certi fattori dovrebbe essere più sensibile... Mi spiego.

Sono un assiduo (e grato) ascoltatore di Radio3 e quindi ascolto tutti i giorni anche la “Barcaccia”, trasmissione sull’Opera condotto dal nostro Stinchelli e da Michele Suozzo. Vogliamo parlarne, Stinchelli? Ok.

                                                       barcaccia_radio3

E’ la trasmissione più vuota e inutile di Radio3. Un continuo di sghignazzate dei Stinchelli e Suozzo, con la complicità del regista Attilio, in cui si fa solo stucchevole gossip su questa o quel personaggio del mondo della lirica, condita di prese in giro e tecnicismi del tutto gratuiti, che nonn fanno che confermare che l'Opera sia un campo per soli addetti ai lavori o maniaci del belcanto. Roba da casta, appunto, di chi non ha altre grosse occupazioni nella vita, senza alcun reale riferimento alla grandezza dela nostra tradizione e del patrimonio storico del nostro melodramma, come invece impariamo in tutte le altre splendide trasmissioni musicali di Radio3. Personalmente la ascolto da tantissimi anni: non ho imparato nulla e tanto meno ho iniziato ad amare l’opera. Non mi dice nulla l’insistenza dei due conduttori su particolari insignificanti e pettegoli circa la mise della Bartoli nell’ultima soirée, o gli sghignazzi sulla stecca dell’ultimo tenore di provincia. Pensano di essere spiritosi: non lo sono, sono stucchevoli e a volte irritanti. Sarebbe interessante anche sapere, a questo punto, quanto vengono pagati questi due signori per farsi quattro risate in diretta dall’una a alle due meno un quarto, tenendo conto delle difficoltà che hanno i giovani, anche molto preparati e seri, a trovare un impiego o ad avere un contratto in Rai. Ah, dimenticavo, Stinchelli: mia figlia, quella che guarda la TV di Saviano e Fazio che al tuo gusto schizzinoso e scioccamente elitario non piace, è laureata brillantemente in musicologia e studia da molti anni canto lirico. Motivo per cui, stando nell’Italia che “Vieni via con me” critica e che a te non piace, dovrà forse emigrare all’estero per cercare un lavoro dignitoso nell’ambito della cultura e della musica. Tu e Suozzo però un posto in Rai fortunatamente per voi l’avete trovato, magari criticando il servizio pubblico che vi paga. Ok, il mondo va così, però cercate di sghignazzare di meno in Radio: qui, anche se a voi non sembra, non c’è davvero molto da ridere.



Rispondo volentieri al sigg. Quadrino:



Caro sigg. Quadrino,



Le sue note riguardanti la trasmissione di Fazio sono opinioni che accetto come tali. Ho contestato il format, i toni, le luci, la fattura del programma non i contenuti, nobili e giusti. Il piagnisteo,il sermone, come avrà capito, non mi garba. Ma sono opinioni , appunto.

Sulla questione Barcaccia, invece, Le voglio rispondere in modo più approfondito, visto che si è lanciato in critiche abbastanza astiose e cariche di acredine.

Lei si dichiara “assiduo ascoltatore”...tutto da dimostrare e mi permetta di dubitarne assai. Se così fosse e tanto sdegnoso nei confronti del programma, perché mai dovrebbe continuare ad ascoltarlo, anno dopo anno? Per farsi del male? La verità è che sono proprio le Sue critiche a dimostrare che Lei il programma non solo non lo ascolta con la necessaria frequenza (e di ciò mi dispiaccio) , ma quelle poche volte lo ascolta anche male.

La Barcaccia pur nella sua connotazione originale di “varietà operistico” , unica al mondo, compie una profonda e sistematica divulgazione dell'Opera con rubriche appositamente organizzate per questo: “Storia della Voce”, “SuperOPera” i megaeventi , ospiti in studio (oltre 500 artisti dal 1988 a oggi, tra i più grandi cantanti, direttori d'orchestra e registi), aria al microscopio (confronti tra varie interpretazioni storiche di un medesimo brano), ascolti rari e talvolta inediti, novità discografiche, cronache e perle nere, il tutto con un tono disincantato e allegro, il più possibile, visto che non amiamo indossare toghe, ammannire sermoni o stabilire dogmi.

Ogni giorno riceviamo svariati messaggi, telefonate e mail di plauso e di ringraziamento, da parte di fedeli e assidui ascoltatori (loro sì) e soprattutto da nuovi, anche giovanissimi amanti del melodramma o della radio.

Le critiche, se costruttive, servono a migliorare. Chi mi conosce bene sa che le ho sempre lette tutte : se non avessi fatto così la trasmissione non sarebbe sopravvissuta e non avrebbe avuto il successo che ha, dal 1988 a oggi, con  oltre 4500 puntate.

Il problema è che la Sua critica, signor Quadrini, non è costruttiva affatto.

Si lamenta, oltretutto, per averLa io eliminato dai miei “amici” in Facebook. Ma scusi: è il minimo. Dopo quello che ha scritto?! L'amicizia vive nei social networks di strane contraddizioni, il concetto è spesso molto frainteso. Dimostri di essere un amico e io non avrò difficoltà a inserirLa nuovamente nel gruppo.

Non entro nel merito di altre questioni, che Lei ancora una volta con acredine , ha sollevato. Pensi piuttosto a impegnarsi nel Suo lavoro con la stessa passione, lo stesso entusiasmo e la stessa forza con le quali mi impegno io quotidianamente, poi parleremo delle gratificazioni  che  questo lavoro  produce.

Si ricordi quanto scrisse il grande Jules Rénard nel lontano 1907:

Nous sommes ici-bas pour rire.

Nous ne le pourrons plus au purgatoire ou en enfer.

Et en Paradis ce ne serait pas convenable.

( Siamo quaggiù per ridere.

Non potremo più farlo in Purgatorio o all'Inferno.

E, in Paradiso, sarebbe sconveniente.)

La saluto, i miei in bocca al lupo per le Sue figlie, ascolti la Barcaccia da domani in poi e si faccia una bella risata, dopo si sentirà meglio, mi creda.



Enrico Stinchelli

 

                risata