AFA ed EPA A PASSEGGIO PER LE ITALICHE RIVE...
Martedì 15 Giugno 2010 06:57

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Con l'arrivo del caldo si assiste immancabilmente al rito della spogliazione, partendo dal presupposto (errato) che più ci si denuda meno caldo si avverte.

L'italiano è abituato al caldo, il nostro umidissimo paese è al centro d'un bacino percorso da correnti calde, venti tiepidi, caratterizzato da fauna e flora tipici di zone calde, se non torride.

Eppure la frase si ripete immancabile, non appena la temperatura sale oltre i canonici 22 gradi: “Ma che caldo fa?”....la scoperta dell'acqua calda.

Le prime panze all'aria fanno la loro tragica comparsa  già  verso maggio, ma  è  a  giugno  che  esplode l'esposizione  urbi  et  orbi  dell'epa.  Sono quei rotoloni così amabili, fatti di trigliceridi aggiunti e accumulati durante l'inverno: un tempo venivano esibiti dai muratori , generalmente in canotta, o dagli addetti alla manutenzione delle autostrade, arsi dal sole ma dal pancione colmo di birra,  tronfio e fiero come quello di Falstaff. Le italiche donne, soprattutto le matrone del centro-sud generate dalla Dea Pomona, grazie a una scellerata moda che prevede da qualche anno pantaloni a cinta bassissima e minigonne-coprimutanda , sfilano imperterrite lungo via del Corso per lo “struscio” , che si risolve in un defilé socio-gastronomico fatto di cotechini, ciambelle, cascatelle di cellulite (anche a 8 anni), meloni e cocomeri in bella vista, un vero carnaio . Mi  chiedo: ma  se la  natura e  la genìa creano un popolo nano, con fianchi larghi  e  culo  basso....perché  aumentarne le dimensioni in larghezza  con un  menù  quotidiano  fatto  di  carboidrati  e grassi in eccesso?

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Preoccupante  il  fenomeno  dei  bimbi grassi se  non direttamente  obesi. "Mangia  a  mamma! Mangia  a  papà!" , genitori assassini  simili  alla  Strega di  Haensel  e  Gretel, infilano la  salsiccia in bocca  al  pargolo, per  renderlo  appunto  più  simile a  papà, a  mammà, a  nonno  e soreta....con l'effetto  inevitabile  di un quadro di Botero.Botero

La mescolanza con i turisti stranieri (famosi per essere seminudi anche in inverno) dà luogo, soprattutto a Roma in questa stagione, alla rappresentazione moderna d'una Torre di Babele in cui, più che le lingue (ormai tra loro simili), si mescolano gli abiti.

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A Piazza del Popolo, in pieno giugno, vedrai il gruppo americano sorridente nei suoi hot-pants , il marocchino in sciammerica, l'indiano col turbante, lo sbarbatello romano con i jeans calati sotto-mutanda, l'onorevole in giacca scura e cravatta seguito dal portaborse-clone, le due amiche grasse che si tengono per mano, la fotomodella che transita ad ampie falcate con occhialoni neri e abito firmato. Un Carnevale di Rione , che si avvicina molto a un provino felliniano o a una sagra di paese.

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Preoccupante il trionfo della ciccia, già registrato nelle palestre piene di volenterosi. L'italiano, si sa, abbonda in cibo e consuma almeno il doppio delle calorie necessarie a vivere decorosamente. La luganega, la rosticciata, il plateau dei formaggi, la bufala divorata a chili, fanno bella mostra di sé nelle silhouettes delle itale genti: bambini obesi con gelato  o  panino  in mano, madri e nonni con almeno una trentina di chili in più, uomini di mezza età ma di peso doppio, ragazzi con pancetta e fianchi da danzatrice turca.Il  grasso accumulato  lateralmente  viene  romanticamente chiamato  "le maniglie  dell'amore", tanto  per   giustificare  una nuova  magnata di tagliatelle al  ragù  o  una  cofana di tortellini.

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Con l'estate alle porte e le spiagge che attendono le inesorabili passerelle in costume, l'italiano cerca di diminuire l'introito di grassi e cibi insani: la pasta una sola volta al giorno, invece che due; qualche panino in meno; via la pizza con la mortadella distesa, più frutta, certo, ma soprattutto stupidissimi pranzi e cene saltate, credendo così di evitare l'arrotondarsi delle forme. Subentra l'anoressìa da slip e la febbre da palestra.

Ho osservato che, dopo un periodo di vuoto, la palestra torna a popolarsi tra aprile e giugno: sono i mesi che occorrono per scolpire ciò che si può, quasi disperatamente. Il tapis-roulant vola come una rotativa tipografica e sopra vedi un'umanità impazzita.

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