RUMORS n.4 Se Genova piange...FIRENZE non ride...
Lunedì 16 Agosto 2010 21:52

rumorsDa  Firenze, la  lettera di  un abbonato  del Teatro Comunale....

 


La qualità del Maggio e la riflessione che non c' è

Ho apprezzato il taglio critico dell' articolo di Repubblica sulla conferenza stampa della soprintendente Francesca Colombo e del sindaco Matteo Renzi di presentazione della prossima stagione del Maggio, e soprattutto il fatto che non si sia parlato di " rivoluzione ", perché in effetti anche io, presente a quella conferenza, non ho avvertito forte vento di novità. Ho cinquant' anni ed ho avuto il mio primo abbonamento al Comunale nella stagione 1966/67 (II Galleria, filaA posto 5, turno della domenica pomeriggio, ovviamente accompagnato dai genitori). Salvo brevi periodi di assenza, ho sempre mantenuto l' abbonamento sia alla stagione liricosinfonica che al Festival del Maggio Sono anche "benemerito". Questo per dire che, pur facendo altro nella vita, ho una forte passione per la musica (che ho, per diletto, studiato diplomandomi in pianoforte). Ebbene, il ragionamento che il Sindaco e la Sovrintendente hanno fatto sembra essere il seguente. La qualità degli spettacoli del Maggio è altissima però abbiamo un deficit pesante; occorre mantenere la qualità così alta, ripianare il deficit e quindi spendere meno. Durante l' intera conferenza (a proposito, sul programma nulla da dire, salvo l' imperdonabile dimenticanza del 250° anniversario della nascita del fiorentino Luigi Cherubini) ho sentito più volte parlare di " Eccellenza ", di " Straordinaria qualità" di " Teatro secondo in Italia per qualità ..." e via di seguito. La conseguenza logica di queste premesse, avrebbe dovuto essere un costante consenso ed apprezzamento del pubblico, un frequente "tutto esaurito" o comunque un teatro sempre stracolmo. Chiunque abbia frequentato il Comunale in questi ultimi anni (basti pensare alla scorsa stagione) potrà tranquillamente testimoniare che così non è stato. Ecco perché, da fiorentino ed assiduo frequentatore delle sale da concerto (non solo fiorentine), mi sento offeso quando sento parlare di qualità del Maggio " di cui troppo spesso i fiorentini non si accorgono ". Mi sarebbe invece piaciuto, e questo sarebbe stato un bel segnale di novità, sentire qualche riflessione critica sul punto e non solo parole continuamente ripetute- di elogio autoreferenziale. L' eccellenza, la qualità ed il vero pregio di una rappresentazione si apprezzano solo dopo aver sentito tanta musica, magari non sempre la stessa, nella stessa sala, nello stesso teatro e nella stessa città e magari ascoltando anche musicisti di altissimo valore ingaggiabili, accanto alle "stelle" di indubbio richiamo, a costi contenuti. Il Teatro del Maggio è davvero capace di prestazioni d' eccellenza. L' orchestra, il coro, i musicisti tutti, i macchinisti ed i tecnici hanno, da sempre, dato prova di grandi capacità (cito, fra tutte, le due rappresentazioni della "D onna senz' ombra "). Hanno però bisogno di guide solide, capaci, sensibili e soprattutto di trovare motivazione. Solo così il Maggio tornerà ed essere un teatro d' eccellenza ed uno dei Festival più importanti d' Europa e del mondo, con tutto ciò che ne consegue per la città intera. P.S.: Non rinnoverò per il prossimo anno l' associazione all' Albo dei Benemeriti  - SIGFRIDO FENYES


Commento  di E.S.:  "Tutti bravi a  parole. Un bel "segnale di  novità"  poteva  essere  quello  di  evitare l'ingaggio  da  Paperon de'  Paperoni in un momento di crisi nera  e  generalizzata, ma  sono  gesti  che non vanno di  moda...decisamente. Riportiamo  l'articolo  letto appena tre mesi  fa:

Avuta l' Expo, Colombo lascia la Scala (tra gli ultimi incarichi doveva essere spostata all' ufficio marketing e c' è chi giura di averla sentita dire: "Io al marketing? Io sarò il sovrintendente"), ma, per ora, non MiTo. Al Maggio - dove oggi il consiglio di amministrazione potrebbe deliberare il suo compenso: 300mila euro l' anno lordi, una cifra da fascia top (la media italiana è di 200mila) - Francesca Colombo arriva con la promessa di portare i finanziamenti privati che a Milano non si sono visti (a parte quelli ovvi dei soliti enti a partecipazione pubblica) e di trasformare il Maggio, unificandolo a MiTo. Un po' poco, forse, per il progetto artistico di una fondazione lirica autorevole, ora per di più davanti a sfide difficili, dalla crisi economica alle spinte dei lavoratori... «Amo fare mille cose assieme- ha detto Francesca tempo fa - ce l' ho sempre fatta, senza trascurare gli amici, lo sport». Ci mancherebbe. - ANNA BANDETTINI (Repubblica , 21\5\2010)

Ora  non resta  davvero  che tirare  fuori  sponsors e milioni  dal  cilindro, come  promesso. . .  e  tutti  felici e  contenti! Forse.

    fc_con_staff