NABUCCO , Teatro Astra Gozo (Malta) 23\10\2014
Mercoledì 29 Ottobre 2014 17:30

                NABUCCO al TEATRU ASTRA GOZO

 

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Nella splendida cornice di Gozo, bomboniera delle Isole Maltesi patria di Calipso, un

meritato sold out ha caratterizzato le due recite del Nabucco in seno al festival

Mediterranea, indetto come ogni anno dalla Società Filarmonika “La Stella” presso il

Teatro Astra. Un Nabucco suggestivo raccontato in suoni e luci, spettacolo nello

spettacolo.

 

La regia di Enrico Stinchelli e gli effetti-luce da lui stesso ideati e realizzati da George

Zammit, Ismael Portelli e Alex Magri propongono soluzioni che sciolgono l’eterno

dilemma tra tradizionalismo e modernità. Curate nei più piccoli particolari, le meravigliose

scenografie di Joseph Cauchi, supportato da Andrew Portelli e il suo team: al centro della

scena una struttura scalinata a forma di piramide accoglie dapprima gli ebrei, poi il trono

regale insieme al sontuoso idolo di Belo dagli occhi illuminati che Nabucco convertito, sul

finale, decapiterà con un colpo di spada.

 

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L’intero impianto (regia, luci, scene) si manifesta come una “carezza tecnologica” che non

molesta intreccio e ambientazione operistica e che risulta lontana sia da barbosi

tradizionalismi senza estro alcuno, che da occhi neri procurati da scelte moderne che

originali, in fondo, non sono più. Scansati una volta tanto il barbiere e lo shock da pugno

in un occhio (o peggio in due), l’atmosfera si presenta, all’impatto visivo, ovattata ed

estremamente delicata. Aperto il sipario, terra e cielo, nelle nuances dell’oro scuro e del

blu, accompagnano sullo sfondo le prime note dell’Ouverture. Su due pannelli in tulle e

pvc, uno sul fondo e l’altro sul ciglio del palcoscenico, si susseguono innumerevoli effetti

olografici: un gran correre di nuvole che scopre piano piano un personaggio dopo l’altro,

lunghissimi fasci di luce, fiamme, lo sbocciare tenue di un iris blu e molto altro.

Il velo “incantato” che si interpone tra scena e pubblico assolve a due funzioni:

– propone effetti in rarefatta trasparenza per addolcire l’immagine scenica oltre il velo. Un

esempio è, nella parte terza, l’atmosfera ricreata durante la danza dei fenicotteri rosa

eseguita da graziose ballerine coreografate da Nathalie Sciortino.


 

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- costituisce (al contrario) una barriera luminosa più corposa e oscurante, favorendo

invisibili cambi di scena e grandi spostamenti sul palco.

Difficile descrivere pienamente e a parole l’effetto sortito. In generale, la luce diventa

personaggio a se dal definito ruolo e la sensazione avvertita dallo spettatore, rapito e

avvolto a tutto tondo da quei fasci luminosi e dalla tridimensionalità che ne consegue, è

quella di sentirsi parte integrante degli eventi narrati.

 

Equilibrati e dinamicamente sempre coerenti gli spostamenti scenici dei protagonisti.

Particolare la presenza di un bambino in lunga tunica, inoltre, che giunge tre volte sulla

scena rappresentando simbolicamente la nascente nazione di Israele: solleverà dalla

prostrazione il popolo durante l’ouverture, inciterà alla rivolta gli oppressi e assisterà, sul

finale, alla morte di Abigaille.

 

In buca la Malta Philarmonic Orchestra diretta dall’attenta bacchetta del M° Joseph Vella,

famoso compositore maltese e direttore musicale del Teatro dell’Opera Astra di Gozo dal

1970 ad oggi che ha collaborato con grandi artisti internazionali, da Ghena Dimitrova a

Cecilia Gasdia, Daniela Dessì ecc. Sul palco anche il coro del Teatro Astra diretto da

Maria Frendo e Renzo Renzi. Rispondendo al nobile spirito divulgativo e formativo e al

coinvolgimento delle nuove generazioni, il coro era in gran parte formato da giovanissimi

maltesi che, con sensibilità, non hanno mancato di emozionare il loro pubblico, anche se

la loro vocalità non può dirsi propriamente di impostazione lirica.

Carlo Colombara ha interpretato Zaccaria con estrema profondità e intenzione . Ottima

sia la performance vocale che la forza comunicativa.

Un timido Nabucco quello di Piero Terranova che ha ritrovato volume e intenzione dal  

“Chi mi toglie il reggio scettro?” in avanti, raggiungendo il suo più grande momento nel

duetto dei giardini pensili con Abigaille.

Non entusiasmante la performance di Cliff Zammit Stevens come Ismaele.

Silvia Dalla Benetta è stata una Abigaille impetuosa, esplosiva e mai eccessiva. Perfetta

nella modulazione degli stati d’animo e padrona assoluta del palcoscenico, Silvia ha

regalato una interpretazione splendida della partitura tutta: sublimi i suoi pianissimo

gradualmente rinvigoriti e di estrema precisione.

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Molto brava Olga Sliepnova, nel ruolo di Fenena, che si è distinta per eccellente

ampiezza di voce e giusta caratterizzazione del personaggio.

A completare il cast Dorienne Portelli (Anna), Louis Andrew Cassar (Gran Sacerdote di

Belo), Mario Portelli (Abdallo). Grande coerenza al contesto per i costumi di Manuel

Grima e George Farrugia.


La manifestazione, facente parte del prestigioso Festival Mediterranea, ha assunto i

colori di una grande festa, un evento in cui sono emersi grande sensibilità e amore, da

parte dei maltesi, nei riguardi della Cultura Operistica e del Bello… un esempio per tutti.


Marta Cutugno