DAL BASSO....in ALTO, intervista con il basso ERNESTO MORILLO
Mercoledì 17 Giugno 2015 08:05

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Ernesto Morillo , basso  venezuelano, inizia i suoi studi presso l'Accademia Latino Americana di Canto “Carmen Teresa Hurtado'' sotto la guida dei Maestri Pedro Liendo e Claudio Muskus e successivamente si trasferisce in Italia, dove continua i suoi studi nella città di Milano perfezionandosi con importanti figure del panorama della lirica internazionale quali la soprano Cecilia Nunez Albanese, il mezzosoprano Bianca Berini, il basso Bonaldo Giaiotti.

Nel 2001 la fondazione “Arturo Toscanini” di Parma lo seleziona per cantare il ruolo di Il RE in Aida per la regia di Franco Zeffirelli. Nella stagione 2003/2004 lavora presso l'Opera Nazional du Rhin (Strasburgo,Francia) nel  programma per giovani cantanti Jeunes Voix du Rhin. Ma è a partire dal 2005
  che si accosta al grande repertorio della vocalità di basso, debuttando  nel ruolo protagonista di Attila alla Opernwerkstatt di Vienna. 

 

Altri titoli significativi della sua maturità artistica e vocale sono:  Mephistofeles nel Faust di Gounod, Nilakanta in Lakme di Delibes, Escamillo in Carmen, Sarastro in Die Zauberflöte, Figaro ne Le Nozze di Figaro, Leporello in Don Giovanni, Oroveso in Norma, Sparafucile in Rigoletto, Zaccaria in Nabucco,Don Ruiz da Silva in Ernani, Banco in Macbeth, Padre Guardiano ne La Forza del destino; Grande Inquisitore in Don Carlo.
 

Tra gli impegni più recenti annovera Colline ne La Boheme al Teatro Massimo di Palermo, Fiesco in Simon Boccanegra al Teatro Colon de  Buenos Aires, Sparafucile in Rigoletto e Ferrando ne Il Trovatore  all'Opera di Montreal; Scarpia in Tosca al Teatro Teresa Carreno in Venezuela,  Il Grande Inquisitore in Don Carlo all'Opera di Colombia e Sparafucile in Rigoletto all'Opera di Dijon. Nel 2013 ha debuttato al Teatro Filarmonico di Verona con il ruolo di Attila di G.Verdi ed è tornato all'Opera di Colombia, dove sotto la direzione di Gustavo Dudamel, ha interpretato il ruolo di Hermann Landgraf von Thüringen del Tannhäuser di Richard Wagner. 

 

 Nel 2014 un altro importante debutto al Teatro di St. Gallen in Svizzeradove ha vestito i panni di Alvise Badoero in La Gioconda di A.Ponchielli, parteciperà inoltre alla nuova produzione di Turandot di G. Puccini per l'Opera di Bogotà (Colombia). Al Teatro Verdi di Trieste debutta con il ruolo di Attila con la direzione di Donato Renzetti 

 

 Nel 2015 canta Zaccaria per il teatro Verdi di Trieste, Teatro Verdi di Lecce, Gran Teatro Nacional del Perú, Taormina opera stars, Opera di Oviedo Spagna.


 ERNESTO MORILLO  sarà ZACCARIA  in NABUCCO  e  RAMFIS in AIDA  AL TAORMINA  OPERA STARS, dal

15 agosto al  20 agosto  2015!

 

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 Ernesto Morillo, basso verdiano. E' un autore che senti legato alla Tua vocalità? E' sempre stato così fin dai Tuoi esordi?

 

No, Verdi non è stato sempre legato alla mia vocalità. E' arrivato dopo un lungo peregrinare fra maestri, repertori e concorsi!

All'inizio degli studi provi un po' di tutto, cerchi di trovare nelle arie quelle caratteristiche che ti permettono di individuare delle soluzioni tecniche da estrapolare per l'utilizzo futuro della tua vocalità e, come buona prassi per gli studi di canto, si inizia con i compositori classici (Monteverdi, Cimarosa, Haendel, Rossini, Mozart ecc..) con qualche incursione nel bel canto e nel verismo.

 

Credendo di avere raggiunto un “minimo necessario” di sicurezza tecnico-vocale ho partecipato a diversi concorsi, con risultati in realtà poco soddisfacenti.

Quando chiedevo cosa non andasse mi rispondevano quasi sempre “ di abbandonare il repertorio verdiano, alludendo al fatto che non era adatto la mia vocalità, e consigliandomi Rossini come l'autore per sviluppare i miei mezzi vocali.

Tutto ciò mi ha portato a rivedere le mie aspettative e decidere di prendermi un cosiddetto “anno sabbatico” utilizzato per rimettermi a studiare e superare le difficoltà delle agilità e dell'estensione che esige questo repertorio. Con la grande sorpresa che, una volta rimessomi in gioco, ho ottenuto contratti per Aida, Macbeth, Attila, Nabucco, Tannhauser... insomma più Rossini studiavo, più per Verdi mi scritturavano.

 

 Come mai la voce di Basso è diventata merce rara?

 

Io credo che il motivo principale abbia le sue origini in un fattore culturale. La diffusione della musica nella cultura giudeo-cristiana e soprattutto cattolica storicamente ha fatto si che le voci acute fossero ideologicamente avvicinate a Dio, al bene, alla purezza, mentre quelle gravi al mondo degli inferi ed altre associazioni negative. Questo condizionamento ha inciso moltissimo sulle scelte commerciali della musica leggera dando priorità alle voci acute di tenore e soprano e lasciando poco spazio alle voci gravi.

Pensate a quanti cantanti di musica leggera conoscete che appartengono alla vocalità di basso o contralto e come cambia la percezione se pensiamo alle scelte nella musica delle chiese ortodosse.

Io penso che ci siano moltissime voci gravi che per l'inibizione di non poter sfoggiare la bellezza degli acuti o la leggerezza del canto di questi modelli di riferimento semplicemente hanno fatto delle scelte diverse, scartando l'utilizzo del proprio strumento vocale.

 

 Hai dei modelli del passato o del presente?

 

Si. E' impossibile non avere dei modelli di riferimento! Per me sono tutti quelli che attraverso l'espressione vocale sono riusciti a trasmettere delle emozioni ad un pubblico il quale, senza intendere o interessarsi al modo in cui questo “prodigio” si realizza, ne rimane affascinato e concorda nella bravura e unicità dell'interprete.

Io sono un amante dei cantanti e i miei modelli non appartengono necessariamente al mondo della Lirica. Sono un curioso delle vocalità e i miei ascolti spaziano dal tango argentino ai mantra indonesiani, dai grandi della lirica ai famosi cantanti internazionali della musica leggera. In loro cerco di carpire le caratteristiche che in prima persona mi affascinano e credo che siano il motivo del loro successo.

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Pensi che dischi e dvd siano importanti? Cosa ne pensi dell'opera in Tv?

 

Sono assolutamente favorevole alla divulgazione e promozione del Teatro Lirico attraverso tutte le nuove tecnologie e mezzi di comunicazione di massa. Credo che la possibilità che abbiamo oggi di salvaguardare il materiale audio-visivo di una produzione operistica o teatrale sia un vantaggio straordinario in confronto alle generazioni passate, cosi come l'opportunità di moltiplicare il numero di persone che per mezzo d'uno schermo televisivo può accedere ad una rappresentazione che per motivi geografici o di capacità d'accoglienza di un teatro gli escluderebbe di dichiararsi testimone di quel evento .

 Ma bisogna stare molto attenti a non confondere le ricchezze di opportunità che ci offrono le nuove tecnologie con il reale senso di emozioni e di esperienza sensoriale che si verifica assistendo alle rappresentazioni teatrali.

 

  1. Quali sono i mali attuali dell'Opera?

 

L'opera in sè non ha mali, l'impresa “Opera” soffre oggi alcune difficoltà nell'adattarsi alle esigenze di mercato e a catturare nuovi spettatori (condizioni non assenti da qualunque attività produttiva).

Se si riuscisse a generalizzare e trasmettere l'idea del teatro come una ditta che eroga un servizio pubblico e le relative conseguenze,allora potremmo fare il tentativo di individuare nella sua missione come impresa qualche punto di debolezza.

Ma è materia complessa e troppo vasta per rispondere in modo sintetico in un'intervista.

 

 

 Dimmi alcuni motivi validi per amare l'Opera?


Non ci sono motivi per amare l'Opera. O la ami o non la ami. Come forzare un sentimento?

So di un grande regista al quale un giornalista aveva posto la domanda “la gente non viene al teatro perchè non capisce l'Opera. Come si può risolvere questa cosa?” e il regista rispose ribattendo “signor giornalista a lei piacciono le donne?” risposta: “si”. “E le capisce?”.... “Con l'Opera è uguale. Anche se non la capisci ti piace o non ti piace”.

 

 

E' la prima volta che canti a Taormina? Cosa sai di questoTeatro?

No, ho già goduto di questo privilegio qualche anno fa, quando ho partecipato a una produzione di Madama Butterfly, con l'Etna in piena attività eruttiva che dava un maggiore grado di suggestione alla bellezza d'un teatro che gode di una delle più belle cornici naturali del mondo.

 

 

Ami cantare all'aperto?

Si. Non ho mai trovato difficoltà nel cantare all'aperto. Esige una maggiore generosità nella emissione e di esagerare leggermente i movimenti in modo che il gesto teatrale arrivi e completi il grande spazio, ma se la tua condizione fisica e vocale è perfetta è molto divertente misurarti con questo tipo di esigenze.

 

 

      1. Qual è la dieta del cantante lirico?

Io mangio di tutto, sono molto fortunato a non avere dei disturbi nella digestione né a soffrire di reflusso o acidità, gravi mali che affliggono qualche collega che deve guardare con un po' di attenzione a quello che mangia.

 

      1. Con Enrico Stinchelli hai cantato Attila a Trieste, ottenendo un grande successo  personale. Cosa pensi di questo regista?

 Sono molto felice della esperienza con Stinchelli. Sono gradevolmente impressionato della sua abilità ad integrare le mie capacità o incapacità attoriali alla sua concezione previa di come doveva essere interpretato il personaggio di Attila. Ha sempre trovato con gentilezza e professionalità il modo di aprire uno spazio di crescita individuale e collettiva nel rispetto delle capacità dell'artista con il quale lavorava, garantendo un risultato con la convinzione che male che vada sarà un successo, come poi si è dimostrato.

 

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 (E.Morillo, Attila, Teatro Verdi  di Trieste, regìa  E.Stinchelli, dir.D.Renzetti)


  1. In generale quanto conta essere cantante e quanto attore, OGGI?

Il cantante è un comunicatore e l' idea è utilizzare il corpo per enfatizzare con i gesti le intenzioni di quello che già è nella la musica e nelle parole. Questo cambia moltissimo da persona a persona: c'è chi per farsi capire necessita di gesticolare tanto e a chi bastano pochissimi gesti per esprimere la forza dei suoi pensieri. I cantanti non siamo esenti da queste difficoltà nel cercare di arrivare al pubblico.

 

 

La vita del cantante d'Opera è difficile ? E se sì..perchè?

La vita è difficile per tutti. Il cantante non è esente da questa premessa. Ti posso dire solo che la ricerca e lo sforzo nell'ottenere dei risultati da parte di un aspirante cantante sono particolarmente ingrati.

La soggettività nell'intendere un mestiere dove tutti possono e sono in grado di dire la propria opinione, i propri giudizi ed emettere sentenze, fa si che si temprino dei caratteri che affiorano con forza quando si interpreta un personaggio sul palcoscenico e che si generino altrettante varietà di opinioni sull'individuo cui appartiene quel dato carattere.

 

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