LA TECNICA DEL....CORTISONE
Sabato 18 Settembre 2010 10:11

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In quest'epoca di outing assoluto su vari argomenti, un tempo considerati “tabù” , sarà bene dire una volta per tutte che l'uso e l'abuso del cortisone è una delle piaghe che affliggono il mondo dell'Opera, da svariati decenni.

             tenore

Per anni si favoleggiò dell'acciuga salata inghiottita da Caruso prima di ogni recita o delle spennellature che egli stesso effettuava sulla preziosa ugola, per mantenerla tonica e asettica. I tenori, da sempre in prima linea per quanto riguarda fisime e rimedi estremi, hanno accumulato una serie di leggende e di realtà mediche abbastanza clamorose: dalle iniezioni di acqua distillata praticate a un timoroso Lauri Volpi, a sostanze più o meno sospette inoculate a Franco Corelli e a Mario Del Monaco (si parlò persino di dosi infinitesimali di stricnina, fortemente toniche per le corde vocali ma fatali per reni e sangue), arrivando alla leucemia di José Carreras, causata- pare- dall'uso abnorme di cortisone.

Ma cos'è esattamente il cortisone?

Il cortisone è il più potente antinfiammatorio a disposizione del medico per la cura di numerose malattie: malattie respiratorie , articolari , allergiche , ecc.

Quali sono le controindicazioni?

Usato nelle patologie acute e croniche per lunghi periodi è causa di svariati ed importanti sintomi : iperglicemia, ritenzione di liquidi, aumento di peso, ritardo della crescita, osteoporosi, aumento della peluria, acne , ulcera gastrica e riduzione delle difese immunitarie . Questi  effetti collaterali sono causati per dosi elevate del farmaco e per terapie prolungate superiori a 1 -2 settimane , ma  anche per terapie ricorrenti di breve durata. Pertanto l'uso del cortisone (come di tutti gli antifiammatorii) deve essere prescritto sempre  dal medico di fiducia in relazione alla gravità della patologia o dei sintomi.

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Quali sono in concreto gli effetti “benefici” del cortisone per il Canto artistico? Essenzialmente uno: la tensione, la tonicità delle corde vocali e quindi la sensazione di poter cantare in forma perfetta, con voce squillante e facile all'acuto. Un vero inganno, soprattutto per chi canta “male” cioé senza una corretta tecnica di appoggio sul fiato e di immascheramento dei suoni. Il cortisone viene automaticamente a sopperire le tecniche deficitarie, una sorta di stampella momentanea per sopportare lo stress di una recita importante o di un impegno irrinunciabile. Il cantante finisce per attribuire al cortisone ogni virtù e la sua stessa sopravvivenza artistica: Bentelan, Deflan e altre “meraviglie” del genere , finiscono per diventare come delle caramelline per la gola, un vademecum fisso, recita dopo recita, impegno dopo impegno. E' un vero suicidio, non solo fisico (danni enormi ai reni, alla circolazione, al cuore...) ma anche vocale, poiché una volta svaniti gli effetti del farmaco incantato sopraggiunge un immediato ipotono cordale, e cantando sull'ipotono si arriva agli edemi, ai noduli, ai polipi.

Come si riconosce un cantante che fa abuso di cortisone?

Facilissimo: lo conoscevate magro e asciutto? Ora è gonfio, almeno il doppio della sua stazza normale. Non faccio nomi perché è antipatico, ma basta che osserviate le fotografie di celebri tenori, soprani ec. all'inizio della loro carriera e dopo qualche anno: se li vedete gonfi potete star certi che non è per le fettuccine o la coca-cola!

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Una grossa responsabilità va attribuita ai foniatri, troppo facili a consigliare questo rimedio. Sarebbe il caso di spiegare SEMPRE che è la tecnica a dover essere perfezionata, al di là di soluzioni chimiche.

             foniatra


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