TOSCA al MET, Scarpia si fa la Madonna!
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Giovedì 06 Maggio 2010 19:37

tosca_met2mmmh...ti  voglio!!!!

 

tosca_met1 Allegria! C'è  Tosca  al MET!

 

Ma   sì  facciamoci  due  risate: c'è  Tosca  al  Metropolitan di New  York!

La  nuova  direzione  indicata  dal general manager  del  Met, Peter  Gelb,  è  evidente:  basta  con le  regìe tradizionali, basta  con  le  vetuste  messe  in scena  alla  Zeffirelli...il Met  scopre  (un pò  tardi, a dire  il vero)  le  "mirabilie"  registiche  che  vengono  dalla cara  vecchia  Europa, nella  fattispecie  dalla  Germania  e  dalla  Svizzera: a  Luc  Bondy  viene  affidata  la  regìa  di  Tosca, una nuova produzione  che  sostituisce  quella  storica  (e  aggiungo  MERAVIGLIOSA)  di  Franco  Zeffirelli.

Tosca  diventa  un'opera  comica, tant'è  che il pubblico  sghignazza  platealmente  per  quasi  tutto il  primo  atto."No, davanti  la Madonna"  (risate) "  Chi  è  quella donna bionda  lassù?"  (risate)...."Mi hai tuta  spettinata..." (risate)...."Ma  falle  gli  occhi  neri..."  (risate)....  Ogni  pretesto  è  buono  per  divertirsi  un pò, anche  di  fronte  a  quella  che  si  considerava  un'opera  tragica, a tutti  gli  effetti.

Bondy  ci  regala  chicche  memorabili:  Scarpia  che  abbranca  la  statua  della Madonna  per  "ingropparsela"  (scusate  il vernacolo) , fellatio allo stesso  Capo della  Polizia  all'inizio del II atto  mentre si trastulla  con tre donnine  allegre  nel suo affollatissimo  studio, pacche  sul  deretano  delle  medesime...Tosca  che  nel  I  atto  distrugge a  randellate  il  quadro  della  Maddalena  (tra  le  risate  del  pubblico, ovviamente)...Mario  che  dorme a  vista accoccolato in proscenio  durante  l'alba  romana, vanificando  così  la  magnifica  entrata  prevista  da  Puccini  nel III atto, i  soldati  che  si  esercitano  in una comica  fucilazione  stile  "Fille  du  régiment"...Tosca, insomma, diventa  una  farsa.

Questa  è  la nuova  linea  del Met? Ne  vedremo  delle  belle.

Intanto  trionfa  il Mario Cavaradossi  schietto  ed  esuberante  di  Marcello Giordani, un tenore  adorato  dal  pubblico  americano , che  ha  negli  acuti la  sua  arma  vincente.La  naturali, si  bemolli e  si   volano in sala  come  saette  e  rievocano  le  serate  storiche  di Franco  Corelli, per  vigore  e  squillo.giordani

Al  suo  fianco  , ammalatasi improvvisamente  Daniela  Dessì  per  l'aria  condizionata  che  trasforma il Met  in una neviera, una  Tosca  utilité  (il cui  nome  non ho  colto) salta  sul palcoscenico  e fa  la  Tosca che non avremmo mai  voluto vedere  né  sentire, tutta grida  e  orripilanti note  di  petto, tra  cui  un  "Non l'avrai  stasera,  GIUROOO!" da  raccapriccio.

Il baritono Cagnidze  (nome  da  cambiare  all'istante)propone  uno  Scarpia  che  più  rozzo  e  vociferante  non si  può, ma  come  attore  è  convincente, già  è  molto.

Si  distingue  il  Sacrestano  tonante  di Paul Plishka, tra  Don Bartolo e  Dulcamara, ma  simpatico.plishka

Sul  podio  Philippe  Auguin, sanza infamia  e sanza  lode.

Un  buon  successo, trionfale  per  Giordani.

 
GIULIETTA SIMIONATO MUORE , FORSE UN GIALLO....
News
Mercoledì 05 Maggio 2010 21:15

 

Giulietta_Simionato_2

 

 

 

Una morte  tinta  di  giallo?...

 


 

DSC_1878Giulietta_Simionato


...stavo per varcare la soglia di Academy Records a New York e in quel momento sul display del telefonino del mio carissimo amico Nicola Lischi appare la notizia: "E' morta Giulietta Simionato". La  Simionato  è  stata  uno  storico  mezzosoprano  tra il  1947  e il  1966, protagonista  di un periodo  favoloso  per l'Opera  lirica.

 Gli ultimi anni della Simionato andrebbero seriamente analizzati da un detective, da uno di quei cronisti 'noir' che fanno capolino in TV, oppure da un Allegri della situazione. Io non sono Allegri, sono solo triste. Ma una cosa la voglio dire: che la notizia venga divulgata da.....Bruno Tosi????? Perché?
Domande:
dov'era veramente la Simionato? A Trigoria (Roma)...?
Come stava la Simionato? Male, si immagina....si vocifera....lo dicono a Signa.....
Perché non rispondeva più ad alcun telefono??? Non poteva....si immagina....si vocifera...lo dicono a Signa....

In una parola, cosa è successo?

Gli antefatti del caso sono abbastanza noti: alcuni anni fa la Simionato (il cui patrimonio è notevolissimo, dopo dure grosse eredità e la carriera formidabile) diseredò improvvisamente TUTTI i suoi parenti e lasciò Milano di punto in bianco, trasferendosi a Trigoria presso l'avita magione di un noto avvocato. Disse che voleva scoprire nuovi talenti. Ne scoprì in realtà uno solo e nemmeno troppo talentuoso a giudicare dalle prestazioni udite: il figlio del noto avvocato.  Un cavalier servente, un paggio...nulla più.
Voci. Da  un anno  il  silenzio  è  calato  sulla  Simionato, un tempo vivacissima  e  presente.
Sta male.... da quanto tempo? Boh....nessun lo sa. Nessun lo dice. "Sta in un convento di suore"....mah? Sembra una scusa buona per tutti gli usi.Se è morta nella casa di Trigoria...come faceva a essere dalle suore? .....mah?!....."Straparla...meglio  non  intervistarla" , mi  suggerì  un  addetto ai  lavori che giura  di averci  parlato....Misteri....


A me questo pare tanto il Gianni Schicchi.Sapete...quell'opera  di Puccini  in cui  si  parla  di  lasciti, di testamenti  strani, di  notai...
.schicchi

 

Cose del mondo si dirà...d'accordo....diciamo così, così stiamo tutti tranquilli.
Intanto lei ha fatto un bel pernacchio a tutti ed è morta una settimana prima di questo inutile, ipocrita festeggiamento brava Giulietta
!giulietta_simionato4

 
CHIAMA ARMIDA AL 144, RISPONDE LA MAGA RENé
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Mercoledì 05 Maggio 2010 11:56

ARMIDA_BANNER

 

met Il Metropolitan di New York

 

new-york-01

 

New York 4  maggio  2010, va  in scena  "Armida"  di  Rossini al  Metropolitan,  per  la  prima  volta  nella  sua  storia. La  cosa  non sarebbe stata  possibile, assicura  il general  manager  del  Met  Peter  Gelb, se  non vi  fosse  stata  la  disponibilità  del  soprano  René  Fleming.

Il  battage  pubblicitario, com'è  tradizione   negli  Usa,  inizia  con mesi  di  anticipo. Ecco  apparire  immagini  glamour  che  ritraggono  la  bella  René  in pose  significative, adeguatamente  ritoccate  e  patinate.  Se  devo  essere  sincero, vedendo  quelle  foto  con la  palla  magica in mano, non ho  pensato  alla  mitica  maga protagonista  dell'opera  di  Rossini, bensì  a una  più  casereccia  fatucchiera  da  144,  quelle  che  fingono  di  predirti  il  futuro  in Tv, la  potremmo  chiamare  "la  maga René"  e  le  potremmo  subito  chiedere  cosa ne  sarà  dell'opera  lirica  in Italia...

Al  Met  le  cose  funzionano  diversamente, come  sempre. UN teatro  da  3800  posti, ogni  sera  tutto  esaurito. Ed  è  singolare  assistere  alla  rappresentazione  di  un'opera  così  desueta, che  da  noi  riuscirebbe a  mala  pena  a  riempire  un  piccolo  teatro  da  1000  posti, in uno  spazio  così  ampio  e  forse  anche  dispersivo. Il  Met,  a mio  parere, non si  addice  a  questo  genere  a  meno  che  non si  voglia  impiantare  uno  spettacolo  faraonico, nello  stile  di  Zeffirelli  o  De  Ana,  per  capirci.

Nulla  di  tutto  ciò. La  regista  , Mary  Zimmermann,  preferisce  una  strada  più  sobria  e  più stilizzata, creando  una  sorta  di  strano  padiglione  che  potrebbe  ben  figurare a  Gardaland  o, visto  che  siamo  negli  Usa,  alla  Warner Bros  di  Los  Angeles.

Per  la  Zimmermann  "Armida"   è  un'opera  essenzialmente  comica,  come  l'"Inganno  felice",  "Cenerentola"  o  "Il  Barbiere  di  Siviglia".  Armida  è  una  vamp  dagli  abiti  da  sera  neri  o  fucsia, vestita  da  sposa  al  suo  apparire, non più  su  un carro  trainato  da Furie  ma  sopra un più  tranquillo  carretto  in legno. Le  sue magìe  evocano  diavoletti  saltellanti, che  al  loro  apparire  fanno  ridere  di  gusto il pubblico  del  Met.  Si  ride  anche  per il  Ballo, poiché  gli  stessi  diavoletti  intrecciano  danze  da  varietà  del  sabato  sera, con mossette,sculettamenti, capriole e  coriandoli  luccicanti.

Un piccolo  Cupido  (da  lontano  sembra  Renata  Scotto  giovane  come  Adina) appare  in continuazione,  è  l'Amore  che invano  tenta  di  conquistare  il  cuore  di  Rinaldo.

Il  giardino  di  Armida  diventa  una  distesa  di  finti  tulipani  di plastica, palme  di  cartone, luci  blu  rosse  verdi...è  Alice  nel  Paese  delle  Meraviglie  di Gardaland.  Non  è  esattamente  questo  che  intendeva  Rossini...credo.

Ma veniamo  alle  voci.

ARMIDA_Fleming_as_Armida_02_113-03_storyslide_image René  Fleming  si  presenta  molto  bella, come  nella  foto, ma  con la  metà  della  voce  necessaria.  Armida  dovrebbe  essere  un soprano  drammatico  di  agilità  e  Rossini, per  sua  esplicita  volontà, prescriveva  le  cosiddette  "agilità  di  forza" , cioé  non voleva in scena  un soprano  leggero  che  risultasse  diafano  ed evanescente. La  Fleming  canta  come  se  stesse  accennando la  parte, la  si  può  capire  visto  che  l  parte  è  mostruosamente  difficile. Ma  "salvarsi"  non vuol  dire  interpretare  un ruolo,  soprattutto  se  è  al  di sopra  delle  proprie  possibilità. Il  risultato  è  quello  d'un  canto  alla lunga  noioso,  spento, privo  di  quella  autorità  e di  quel  nerbo  necessario  a  una  figura  epica. Le  agilità  ci  sono  ma  spesso  la  bella  René  le  smorza  in  gorgoglii  poco   sensati. L'intonazione  non  è  perfetta  e  qua  e  là  appaiono  note  calanti  , la  dizione  è  lamentosa,  da  gatta  in calore, con  la  tipica gnagnera  americana.  Va  meglio la  sezione  acuta  e  soprattutto  nel  III  atto  la  Fleming  qualche  zampata  la  dà,  nel  Finale  essenzialmente, per  la  splendida  scena  di  delirio  prevista  da  Rossini.

Armida  è  anche  l'opera  dei  5  tenori. Qui  le  cose  funzionavano  meglio: magnifico  John  Osborn  come Goffredo, trionfatore  della serata  con Lawrence  Brownlee Lawrence_Brownlee(ottimo Rinaldo, esteso  agilissimo  e  musicalissimo), efficace Barry  Banks  come  Carlo, uno dei  paladini. Non  così  bene  gli  altri  due,  José  Manuel  Zapata   , che  è  naufragato  nella grande  aria  di Gernando, e  Kobie  van Rensburg, terribile  come Ubaldo Kobie_van_Rensburg_Passau_2009 , il   quale  da  lontano  mostrava  una vaga  rassomiglianza  con Domingo, ma  solo  fisica  poiché  vocalmente  eravamo al  di  là  della  soglia  di  sicurezza.

Sul  podio il maestro  italiano Riccardo Frizza, che non ho  trovato  né  particolarmente  brillante  né autorevole, fin dalle  prime  battute, con un corno  terribilmente  stonato. Pur  cercando  di  far  quadrare  i  parecchi  conti  aperti  di  questa  difficile partitura, Frizza  restava  piuttosto  giù  di  tono.

Stasera  Tosca, con  Daniela  Dessì  e  Marcello Giordani.

Ciao  da  New  York!

 
Terremoto nelle Fondazioni liriche, ci risiamo
News
Domenica 02 Maggio 2010 15:35

boum8

Nell'Opera  Lirica  italiana gli  scandali scoppiano  sempre  una  volta  ogni 

20  o  30  anni. Diciamo  che  vanno  ad  accumulo, essendo  per  inveterata 

tradizione  un mondo pachidermico  e bradicardico. Fu appunto  una  trentina

d'anni  fa  che la  magistratura  italiana  produsse  un significativo  terremoto, 

facendo  conoscere  l'onta  del carcere  a  un  domineddio  come Francesco 

Siciliani, reggitore artistico  di un numero  infinito  di  teatri  prestigiosi, dalla 

Scala  a  Santa  Cecilia. Siciliani  non fu  solo  ma  in ottima compagnìa,

poiché  nel  mirino  del  Giudice  finirono  un pò  tutti. La  cosa  finì  in una 

bolla di  sapone. Tutti uscirono  dalle  patrie  galere e Siciliani  stesso, da me 

intervistato  anni  dopo,   disse  che  serbava  un profondo  rancore  e 

rammarico  nei  confronti  del  suo  ex-pupillo, il  famoso  musicologo 

Giovanni  Carli  Ballola, che  all'arresto...  esultò.

La  riconoscenza, come  diceva  il  Saggio,  è  una virtù  rivolta  verso  il 

futuro  più  che  verso  il passato: se ne  facciano  tutti una  ragione.


Nel  1992  si  lesse  sul  "Corriere  della  sera":


nuove accuse agli enti lirici

esposto dei cantanti lirici, chiedono sia aperta un' inchiesta. bilanci, deficit

 

 I cantanti d' opera chiedono un' indagine della magistratura sui bilanci degli enti lirici, compresa la Scala. Ieri mattina il baritono Giuseppe Zecchillo, segretario del sindacato autonomo artisti lirici, ha inviato alla procura di Milano, di altre citta' e alla Corte dei conti un esposto perche' sia aperta un' inchiesta. "Ho appreso . spiega Zecchillo . che i bilanci sarebbero spesso fittizi per nascondere i deficit. Una notizia grave, e' doverosa un' indagine".

 

Pagina 38
(3 giugno 1992) - Corriere della Sera

zecchilloritagliatomm

Giuseppe  Zecchillo, ricordo  perfettamente,  era  il  cosiddetto  "Sindacalista 

dei  Cantanti" e veniva  trattato  un pò  da  tutti  come un Pulcinella: un 

signore  simpatico  e  scalpitante, che  per  qualche  mugugno  in più , così 

dicevano i  suoi  detrattori,  si  faceva  scritturare  come  baritono 

comprimario  in quasi  tutti  i  maggiori   teatri  italiani. Però  non diceva  cose 

sbagliate, né  mentiva, esattamente  come  Pulcinella. Ma  il fatto  stesso 

che  poi  lo  si  vedesse  sul  palcoscenico, talvolta  nemmeno  truccato  (io 

lo  vidi a  Verona  in una  Traviata tradizionalissima   con occhiali  moderni ,

orologio al  polso  e  mocassini) faceva  sì  che egli non avesse  credito 

alcuno.

 

Diciamo  la  verità. In Italia  vige il motto  eternato  dalla canzone di  Orietta 

Berti  "Finché la  barca  va  lasciala  andare". Direttori artistici  e 

Sovrintendenti  non si  sono  esercitati  solo  nell'arte  sopraffina  della 

ragioneria  teatrale  (il  "far  quadrare  i  conti")  ma  soprattutto  nell'arte 

ancor  più  difficile    di intrallazzare  con le  agenzie,  di tener  buoni i 

sindacati  con regalìe  e prebende, di  ingraziarsi  le  masse  con permessi  e

concessioni, di  ricavare  tangenti  da  questo  o  quel  cantante  in cambio 

di  recite,  di  pompare  fatture,  di gonfiare  preventivi, di appaltare,  di

fornire  bilanci  fasulli  con  salti  mortali  degni  dei  trapezisti  del  Circo 

 

Orfei.trapezio

 

 

La  barca  è  andata  avanti, i  Governi  hanno  elargito  fondi  per salvare 

questa  o  quell'altra  situazione, gli  interventi  quasi  sempre  mirati a  

turare  le  falle  a impedire  i  commissariamenti. Che  pure  ci son  stati  e 

anche  in  larga  misura. 

 

Ecco  una  interessante  tabella  comparata  tra  la  stagione  del San  Carlo 

del  1953  e  quella  del  2007:

Stagione 1952-53


Otello (Tebaldi, Vinay, Bechi - Santini)
Dall'oggi al domani di Schönberg (Stix, della Pergola) + Salome (Inge Borkh - Scherchen)
Adriana Lecouvreur (Tebaldi, Benedetti, Poggi, Taddei - Santini)
La bohème (Pobbe, Rovero, Campora, Taddei - Ghione)
Cecilia di L. Refice (Tebaldi, Misciano, Panerai - Refice)
L'elisir d'amore (R. Gigli, B. Gigli, Taddei, Tajo - Gavazzeni)
Il giocatore (Barbato, Pirazzini - Scherchen)
Il trovatore (Guerrini, Stignani, Penno, Tagliabue, Tajo - Gavazzeni)
Il flauto magico (Stich-Randall,Lipp, Valletti, Taddei, Tajo - Perlea)
Il barbiere di Siviglia (Morales de los Angeles, Monti, Gobbi - Ghione)
Kovancina (Zareska, Magrini, Albanese, Taddei, Christoff - Perlea)
Miseria e nobiltà di J. Napoli (Guerrini, Pastori, Albanese - Rapalo)
Aida (Tebaldi, Stignani, Penno, Savarese - Santini)
Sigfrido (Mödl, Siewert, Windgassen - Knappertsbusch - regia W. Wagner)
Il crepuscolo degli dei (Mödl, Hinsch Gröndahl, Windgassen, Greindl - Knappertsbusch)
Francesca da Rimini (Fortunati, Prandelli, Guelfi - Ghione)
Bolivar di Milhaud (Micheau, Boursin - Cluytens)


VI ESTATE MUSICALE NAPOLETANA ALL'ARENA FLEGREA (stagione estiva del San Carlo):


Gioconda (De Cavalieri, Barbieri, Di Stefano, Savarese - Petri)
Cavalleria rusticana (Nicolai/Gencer, Pini, G. Guelf) + Pagliacci (Rovere, Masini, Tagliabue - Ghione)
Sogno di una notte di mezza estate (con le musiche di Mendelssohn, recitano: L. Brignone, Albertazzi, E.M. Salerno, C. Baseggio, M. Scaccia, G. Santuccio)
Mefistofele (Quartararo, Coleva, Rossi Lemeni, Prandelli - Serafin)
Carmen (Simionato, Rizzieri, Corelli, Protti - Reiner)


Nella stagone concertistica (con ospite, fra gli altri, Arturo Benedetti Michelangeli), ebbe luogo anche Le beatitudini di C Franck (Dow, Pini, Clabassi - Gui)


Stagione 2006-07


Falstaff (Jeffrey Tate - Maestri, Stoyanov, Bonfatti, Furlanetto, Vassileva,Manca di Nissa)
Candide (Jeffrey Tate - Opie, Jovanovitch, Aikin, Rizzone)
Cavalleria Rusticana (George Pehlivanian - Michailov, Mastromarino, Matos)
Gianni Schicchi (George Pehlivanian - Nucci, Canzian, De Mola)
Elegy for young lovers (Jonathan Webb - Schmidt, Muff, Bellemer)
Werther (Daniel Oren - Bros, Schagidullin, Capuano, Ganassi)
La Traviata ( Filianoti, Hvorostovsky, Devia)
Torvaldo e Dorliska (Michael Güttler - Zapata, Takova, Vinco)


A  far  quadrare i  conti  così, direte  voi,  son  buoni  tutti.Intanto i  deficit 

continuavano a  crescere, un pò  ovunque, sia  presso  le  Fondazioni 

considerate  viruose, sia  presso i  classici  pozzi  di  San  Patrizio.


La cosa  singolare  è  che  i  Sovrintendenti e  i  Direttori  artistici, principali 

responsabili  di  tali  deficit  venivano  via  via  riconfermati  o  addirittura 

promossi, essendo  per loro  stessa  natura   duttili  e trasversali  nelle loro 

scelte politiche.

 Ora  stanno  partendo  le  proteste  dei  lavoratori, finora  tenuti  buoni  dai 

capoccioni, seppur  da esilissimi  fili  fatti  di promesse,che  nessuno  può 

più  mantenere.  Sul  tavolo  del  Ministro Bondi  giungono i  dossier  dai 

teatri:  bilanci  in rosso,  conti  che non tornano. La  linea  Berlusconi-

Tremonti-Bondi  è  chiara, è  una linea  aziendalistica, manageriale. Un

teatro-azienda  non può  viaggiare  sull'orlo  della continua  bancarotta: si 

tagli  il  Fus,  si  fermi  questa  emorragìa. Tanto  più  che  il Cavaliere  è 

tutto  fuorché  melomane.


Passa  persino  il  decreto  firmato  dal  Presidente  (comunista  o  ex...non

ho  ancora ben  capito)  Napolitano. E'  guerra. Bologna  viene  presa 

d'assalto come la Bastiglia, il  Sovrintendente  Tutino  chiede  aiuto alla 

Digos  e  chiude  per  errore una  donna di  servizio in teatro!  Siamo  alle 

comiche. Siamo  in Italia.


Iniziano  gli  scioperi ma...contro  chi?


Contro un decreto  che  taglia  300E  dalla busta  paga  dei lavoratori? 

Certo,  è  grave,  è  ingiusto. Gli orchestrali, i  coristi, tutti  all'interno  di  un

teatro  sono  persone  preposte  a un lavoro  duro  e  spesso non gratificante,

certamente  sottopagato. Lo  stipendio  medio  di  un orchestrale  è  sui 

22.000  annui, siamo  lontani  dai  lauti  guadagni  dei  Reggitori. Il  bersaglio 

è  però  sbagliato.


Lo  sciopero  colpisce  il  pubblico e  gli abbonati, soprattutto, senza  i  quali 

il  teatro precipita  e  non ha  ragione  di  esistere.

 

Lo  sciopero, se  deve  esserci, sia  contro  i  dirigenti  del  Teatro  in

deficit, i  Mr  Deficit. Li  conosciamo  tutti , uno  per  uno, chi lavora  in

teatro  li  conosce  ancora  meglio. Protestateli, metteteli  gentilmente 

alla  porta, costringeteli a dimettersi.

 

Se  tutto  dovesse  ricominciare  da  capo, tra  20  anni saremo allo  stesso 

punto  o  forse...peggio.

 

Ecco  una  nota  del maestro  Paolo  Olmi, uno  dei  nostri  più  importanti 

direttori  d'orchestra  attivi all'estero. Una nota  molto  chiara  che condivido 

punto  per  punto.

 


Prima di tutto una parola sugli stipendi dei musicisti che suonano e cantano nei teatri italiani.Sono assolutamente troppo bassi per garantire un lavoro svolto con impegno e dignita'.
Nel mio teatro di Nancy, senza indenniita' e ammennicoli, si entra come strumentista di fila con circa 2400 euro,in una citta' poco cara e benissimo organizzata come ... Mostra tuttotrasporti.il teatro aiuta tutti a trovare casa.La stessa cosa vale per noi direttori e solisti, soprattutto italiani.da 10 anni ci hanno tagliato i cachet e ci hanno costretto a emigrare all'estero
mentre in italia una pletora di artisti slavi che a Nancy hanno un cachet di 4000 euro ne prendono 10.000 per dirigere la loro prima opera a Bologna o per fare i direttori musicali in altre orchestra.
Anche noi non siamo stati difesi da nessuno.
Da ultimo la burocrazia dei teatri è cosi complicata che il reparto amministrativi organizzativo,ufficio stampa e marketing è sovradimensionato e succhia troppa parte delle risorse-sovrintendenti e direttori artistici non sono stati capaci negli ultimi anni di svolgere il loro ruolo:non sono stati capaci di negoziare soluzioni realistiche con i sindacati per paura di perdere i loro lauti stipendi.i direttori artistici non sono piu' capaci di scegliere e difendere un vast e lasciano questo compito alle agenzie che fanno il bello e cattivo tempo:non si capisce ad esempio come una cantante attempata conme la Casolla,che una voce che balla tremendamente e una presenza che ricorda la Nonna di Amneris, continui a cantare questo ruolo a Roma ad'una eta in cui in genere si sta con i nipotinigiovanna_casolla(Giovanna Casolla)
Ancora,pensare che si possa insegnare in Conservatorio senza avere pratica di orchestra è da irresponsabili:si distruggeranno anche le nostre gloriose scuole-
Suonare con le sale vuote come avviene all Opera di Roma e umiliante, ma contro i responsabili di questa inspiegabile situazione, che esiste da 20 anni, sono mai stati sollecitati dai musicisti, dalla politica e dal pubblico a darsi una mossa?la ricetta e' molto semplice:prezzi troppo alti, nessuna attivita' di promozione, 15 anni di titoli cervellotici-
Adesso tutti questi errori ce li stanno facendo pagare cari.
Sono d'accordo con Stinchelli, i primi antagonisti sono (quasi tutti) i Sovrintendenti e i Direttori Artistici.

 

 


 


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