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OPEROPOLI: a CAGLIARI i creditori battono cassa!
Domenica 09 Gennaio 2011 23:17

OPEROPOLI

 

CAGLIARI  BATTE  CASSA e  PIETRANTONIO 

ALEGGIA  PERICOLOSAMENTE SU BOLOGNA!

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Lirico, i creditori bussano al Comune


Pignoramenti e decreti ingiuntivi. Floris: «Pagheremo tutti»


Sabato 08 gennaio 2011
I n cassa non c’è un euro, come certificato dal bilancio preventivo approvato dieci giorni fa. I debiti ammontano a 19 milioni di euro e manca un vertice operativo. Non ci sono né sovrintendente, colpito da una strana malattia nel periodo più difficile del teatro e, comunque, privato del potere di firma su tutti gli atti, né direttore amministrativo. Così i creditori della Fondazione del teatro lirico, sempre più numerosi, battono cassa al Comune. Solo nei giorni scorsi sono arrivati in Municipio un atto di pignoramento e tre decreti ingiuntivi. Atti inviati da artisti e società che hanno fornito i loro servizi al teatro e che sono creditori, complessivamente, di 3.071.927 euro.
IL PIGNORAMENTO L’atto di pignoramento presso terzi (cioè il Comune) è stato sollecitato da Michele Lai e Antonio Gaia, avvocati del maestro Renato Palumbo, creditore di 70 mila euro, lievitati sino a 87 mila con le spese e gli interessi legali. Tre anni fa Palumbo era stato chiamato a dirigere la Manon Lescaut, che era stata poi rinviata. Per la nuova data fissata dal Lirico il direttore non era disponibile. Constatata l’impossibilità di trovare un accordo, Palumbo aveva fatto causa e l’aveva vinta. Poi aveva proposto una transazione: datemi un’altra direzione e pareggiamo tutto. Il direttore artistico Massimo Biscardi si era detto d’accordo, Maurizio Pietrantonio si era opposto. Così la giustizia è andata avanti, è arrivato il decreto ingiuntivo, poi il pignoramento. Il Comune dovrà comparire in tribunale il 26 gennaio prossimo.
DECRETI INGIUNTIVI Anche Anda-Louise Bogza, soprano protagonista di cinque recite di Tosca lo scorso luglio, sollecita il suo cachet di 40 mila euro, come l’architetto Francesco Zito, scenografo e costumista della stessa opera (10 mila euro da versare) e la società Eikon, un’azienda che si occupa della realizzazione di sopratitoli e sottotitoli per la messa in scena di eventi teatrali in musica e in prosa: di 65 mila euro la fattura non pagata di cui ora la società chiede il pagamento al Comune.
ALTRI CREDITORI In realtà ad essere creditori del teatro sono gran parte degli artisti che si sono esibiti nella stagione scorsa, vittime della siccità delle casse del teatro che hanno impedito finora di pagare stipendi e tredicesime ai 240 dipendenti. Tra loro Gianluca Floris, tenore cagliaritano: «Non intendo promuovere azioni legali perché sono certo che il teatro della mia città pagherà appena potrà, anche perché non si può pensare di avviare la prossima stagione se non si pagano gli artisti: non verrebbe nessuno», spiega.
«PAGHEREMO TUTTI» Emilio Floris non può che confermare ciò che ha già detto. «Appena arriveranno i finanziamenti pagheremo tutti», ribadisce il presidente della Fondazione, reduce dall’ennesima mattinata in teatro assieme ai consiglieri di amministrazione Oscar Serci e Maurizio Porcelli. I tempi sono quelli dello Stato (che non ha ancora versato i fondi del 2010) e della Finanziaria regionale: appena arriverà il via libera del Consiglio regionale, il Banco di Sardegna avrà la certezza che arriveranno 8,1 (quelli stanziati dalla Giunta) o 9,2 milioni di euro (auspicati e previsti in bilancio) e anticiperà i fondi.
Lunedì, intanto, Floris incontrerà Hubert Soudant e Giuseppe Cuccia per discutere i dettagli dei loro incarichi di consulente e segretario artistico.
PIETRANTONIO A BOLOGNA Quanto a Pietrantonio, martedì dovrebbe sapere se diventerà soprintendente della Fondazione teatrale di Bologna, a cui è candidato. Chissà se è per questo che il certificato di malattia presentato in teatro nei giorni caldi della discussione su programmazione e bilancio scade il giorno precedente. Magari è solo una coincidenza.(Unione sarda) FABIO MANCA
                                  cagliari11
 
 
2013: MISSION IMPOSSIBLE
Domenica 09 Gennaio 2011 14:32

                            meteorite-fine-mondo-terra

Si  parla  tanto  di  2012, come anno  in cui si debbano  verificare  terrificanti catastrofi.Se  scamperemo  tutti alla  pioggia  delle  meteore  o  al  surriscaldamento  terrestre  forse  non riusciremo a  evitare  un pericolo ancor  più  grande: il  2013.

Nel  2013 si  dovrebbero  celebrare  al  contempo i  200  anni  dalla  nascita  di  Giuseppe  Verdi  e  di  Richard  Wagner , cioé  due  tra  i  maggiori  compositori  d'Opera  di  tutti  i  tempi.

Si  prevedono sciagure di vario  genere: tempeste solari  sottoforma  di  tentativi  di realizzare opere impossibili  come  Otello, Trovatore, Rigoletto, Tristano, Tannhauser, Siegfried. Con quali  "tsunamici"  interpreti?  In quali  tonalità?Con quali  allestimenti orrifici?

A  questo  punto  può  valere  come  soluzione palliativa, ma  artisticamente  onesta, la  petizione  suggerita  (almeno  per  Verdi, ma la  estenderei  a  Wagner) di Gianguido Mussomeli  su

http://www.petizionionline.it/petizione/commemoriamo-verdi-non-eseguendo-alcuna-delle-sue-opere-nel-2013/3000

 
RUMORS: A PARMA LA THEODOSSIOU SOSTITUISCE L'INFLUENZATA DESSI'
Domenica 09 Gennaio 2011 14:06

             rumors ....si   dice  che....

 

 

Dimitra Theodossiou sostituirà Daniela Dessì nella "Forza del Destino" a Parma

 

                                               theodossiou

Secondo  quanto  riportato  da  Luigi  Boschi  nel  suo  blog, www.luigiboschi.it, sembra  che Donna Leonora sarà interpretata da Dimitra Theodossiou che sostituirà Daniela Dessì nella "Forza del Destino" in scena il prossimo 28 gennaio 2011 al Regio di Parma in apertura della stagione lirica. Le ragioni? Diverse sono le voci che circolano. C'è chi dice sia per incomprensioni con la regia di Stefano Poda; chi per lo scarso feeling con il tenore  Francesco Hong; infine c'è chi parla  di  ragioni economiche. Sembra infatti che tutti gli artisti del Festival Verdiano dello scorso ottobre debbano ancora essere pagati... nonostante il bilancio in pareggio.

In attesa  di  sapere  direttamente  da  Daniela  Dessì  la  sua  versione  dei  fatti  non possiamo  non  riflettere  sul  fatto  che la Theodossiou inizia le prove in questi giorni senza conoscere la parte, infatti non è nel suo repertorio e non l'ha mai cantata. A  lei  il nostro  più  fervido  "in bocca al  lupo" :  è  una  seria  e  brava  professionista, riuscirà  di  certo  nella  nuova  impresa.
Ma Parma non dovrebbe essere, come  ha  più  volte sostenuto il sovrintendente Meli, il Teatro in cui Verdi trova la sua massima espressione interpretativa? Un nuovo modo postmoderno forse, dopo il tenore- studente in scena con lo spartito in mano (durante i  recenti  Vespri sicilani) , è quello di imparare la parte durante le prove? 

                          

                                                vespri__tenorre__coreano


 

Riceviamo  dall'agenzia  "Stage Door" , che rappresenta  la  signora Theodossiou,  e  volentieri  pubblichiamo:


   

Gent.mo Enrico Stinchelli,

come responsabile stampa di StageDoor e sotto richiesta di Angelo Gabrielli, le scrivo per rettificare alcune erronee informazioni uscite in questi giorni sul blog di Luigi Boschi, e riprese da Lei sul suo sito, nella sezione Rumors.

Come ho comunicato anche al Signor Boschi, la Signora Theodossiou e un altro artista da noi rappresentato sono stati convocati a Parma, in attesa di conoscere le condizioni degli artisti che hanno presentato un certificato medico, a causa dell’ influenza che in questi giorni sta colpendo l’Italia (anche a Firenze e in altri teatri ci sono interpreti ammalati).

In particolare per quanto riguarda la Signora Theodossiou le posso assicurare che l’artista pur non avendo debuttato il titolo, conosce il ruolo, avendo cantato le arie e le parti dell’opera in concerto, ha accettato quindi di recarsi a Parma essendo casualmente libera in questo periodo. Questo anche in virtù della lunga e consolidata collaborazione artistica che la Signora vanta con il Regio (recente  il successo nel Nabucco) e con il Mestro Gelmetti.

Al momento inoltre non siamo ancora sicuri di quali e quante recite canterà la Signora Theodossiou.

In merito alla questione è proprio di oggi un articolo uscito su La Gazzetta di Parma, che sicuramente avrà visto.

La prego quindi di rettificare il suo articolo apparso in data 9 Gennaio 2011.

Sicura di trovare la dovuta attenzione a quanto richiesto, rimango a sua disposizione qualora necessitasse ulteriori informazioni.

Con cordiali saluti,

Erika Bonelli

 

 

Nel  frattempo  ho parlato  con  Daniela  Dessì  , la  quale  è  afflitta  da  una  forte  influenza , che la  costringe  per  ora  a  dover  disertare le  prove  de  "La  Forza  del  destino". Si  è  detta  dispiaciuta  ma  anche  consapevole  di non poter affrontare  un ruolo  tanto impegnativo senza  poter  provare  e  non essendo al massimo  della  forma.A   lei  i  nostri  migliori  in bocca al  lupo  per  una  pronta guarigione.

 

 
IL SAN CARLO "SEGA" SEGALINI
Sabato 08 Gennaio 2011 15:44

                                                                    pulcinella

 

 

Dal  "Corriere del  mezzogiorno"  di  Napoli, 5\1\2011  :


Il San Carlo licenzia il direttore artistico:
«Solo perché non ho risposto al cellulare»

Segalini via dopo appena sei mesi: «Il teatro riceverà
la lettera dell'avvocato a tutela della mia immagine»

 

Sergio Segalini
Sergio Segalini

NAPOLI —«Mi hanno licenziato in tronco, tramite lettera, e senza neppure i tre regolari mesi di preavviso: non ne hanno il diritto».
Si dice «ferito mortalmente» Sergio Segalini, figura di primissimo piano nel settore della classica e del repertorio settecentesco in primis, voluto a Napoli da Riccardo Muti al vertice artistico del San Carlo, massimo lirico del Mezzogiorno, nominato lo scorso primo luglio assieme al nuovo direttore del Ballo, Alessandra Panzavolta, ed oggi «saltato» dalla sua poltrona di consulente della Fondazione dopo neanche mezzo anno di lavoro. «Ed è per questo — precisa Segalini — il teatro riceverà la lettera del mio avvocato a tutela della mia immagine».

Nella storia del San Carlo, intanto, il caso non ha precedenti: mai un direttore artistico, o consulente alla programmazione che dir si voglia, è durato meno. E, il tutto, ad un passo dall’inaugurazione della sua prima, nuova stagione con l’«Olimpiade» pergolesiana rielaborata da Roberto De Simone, oltre la quale Segalini aveva gettato un bel fascio di luce se non altro portando in locandina, a maggio, nella rara versione originale francese, i «Vespri siciliani» di Verdi.

Segalini, che accetta di parlare solo dopo che la notizia è trapelata dall’interno del teatro, stringe tra le mani la lettera che, nell’immediato e senza preavviso, rescinde un contratto previsto fino alla prossima primavera. La direzione del Teatro San Carlo, invece, si astiene da ogni commento considerando «questioni di normale amministrazione» quanto accaduto entro il rapporto di lavoro con il proprio neoconsulente artistico.

Ma quale il motivo della rottura? «Apparentemente un incidente, per mancata reperibilità del consulente nei giorni del rinvio a giugno del triplice concerto di Capodanno diretto da Daniel Oren» spiega Segalini. «Nel lasciare Napoli per trascorrere il Natale nella mia Venezia e giunto in aeroporto — spiega — , mi accorgo di non avere più il mio cellulare aziendale. Per un paio di giorni, durante i quali ho tra l’altro sporto denuncia per la perdita del telefono mobile di lavoro, ne faccio a meno, sapendo comunque di poter contare su un altro mio numero privato per comunicazioni urgenti. Tutto qua. Il giorno 27 ero tornato regolarmente rintracciabile ma ricevo la lettera in cui mi si chiedeva di non rientrare in Teatro». Eppure il maestro Segalini vanta un curriculum straordinario. Nato nel ’44 a Castell’Arquato (Piacenza) poi trasferitosi in Francia, critico e direttore della prestigiosa rivista «Opera International», autore di saggi monografici, esperto di voci, del nostro Settecento musicale più una ben salda esperienza alla guida artistica di alcune delle realtà musicali più significative d’Italia - ha lavorato per dodici stagioni, di cui cinque al fianco di Riccardo Muti, alla Scala di Milano, dal 2002 è stato segretario artistico e responsabile musicale del Festival di Spoleto, direttore artistico-musicale al Teatro Ponchielli e al Festival Monteverdi di Cremona, quindi alla Fenice di Venezia, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, al Festival della Valle d’Itria.

Ora il maestro si domanda: «Perché mi hanno chiamato a Napoli? Credevo di poter lavorare proponendo novità, di valorizzare la cultura partenopea, di promuovere, secondo quanto voluto anche da Muti, la rinascita di Napoli come capitale della Musica, di scoprire giovani squadre di talenti da segnalare per il futuro. Forse, l’Italia di oggi, non vuole il mondo che persone come me rappresentano… Ora, mi creda, non vedo l’ora di andar via da Napoli. Qui è un inferno». Infine le sue profetiche dichiarazioni contro i tagli al Fus rilasciate nell’abbandonare l’incarico alla Fenice in segno di protesta e ricordate dal Corriere del Mezzogiorno nell’articolo che ne anticipava lo scorso giugno in esclusiva la nomina alla guida artistica del San Carlo: «Le Fondazioni — aveva detto - non funzionano. Quello che serve è una vera riforma che consideri i teatri per quel che sono: motori di cultura, non aziende da gestire con criteri puramente manageriali».

Paola De Simone
05 gennaio 2011

 

Dal  "Mattino"   ,6\1\2011:

 

 

NAPOLI (5 gennaio) - «Sergio Segalini era solo un consulente del San Carlo, e non un direttore artistico, e la cessazione del suo rapporto con il massimo napoletano, non un licenziamento in tronco, è stato dovuto alle continue assenze in momenti strategici della vita della fondazione e il determinarsi di difficoltà nella gestione dei cast e dei rapporti con gli artisti, i direttori d'orchestra e le maestranze». Lo afferma dopo una giornata di equivoci e indiscrezioni giornalistiche il commissario straordinario Salvo Nastasi che in una lunga nota ufficiale chiarisce i motivi della cessazione di quello che egli stesso definisce «un "matrimonio" che non può dirsi felice.

«Le scelte operate dal maestro Segalini - continua la nota - hanno costretto il teatro a protestare molti artisti: sette situazioni in pochi mesi e molte in via di attuazione, tutte risolte brillantemente dalla sovrintendente Rosanna Purchià».

Un appunto pesante quello del commissario: il termine tecnico «protestare» vuol dire infatti che in sette casi artisti indicati da Segalini e quindi contrattualizzati dal San Carlo non sono stati poi riconosciuti all'altezza dai vari direttori d'orchestra.

Segalini, «che dalla sovrintendente aveva avuto una lettera di incarico nel luglio 2010 in qualità di collaboratore artistico ha continuato la linea strategica del commissariamento - spiega Nastasi - che dall'agosto 2007 non ha mai previsto una direzione artistica ma si è sempre avvalso di alternanze di consulenti prestigiosi, da Gianni Tangucci a Cesare Mazzonis fino, appunto, Segalini». Il quale ieri aveva spiegato in una intervista di attribuire ad un incidente il suo allontanamento, ovvero alla sua mancata reperibilità per due giorni nel corso delle feste.

Ma i motivi sarebbero stati altri. «Pur confermando la qualità artistica del maestro Segalini, scelto proprio per il suo curriculum, la sua collaborazione non si basava più sui criteri necessari di fiducia e garanzia di un prodotto all'altezza della storia del San Carlo - si legge nella nota di Nastasi - Gli auguro comunque un futuro più sereno e professionalmente più felice di quello passato al San Carlo».

Una posizione condivisa da numerosi artisti del teatro come Gloria Mazza, del coro: «L'abbiamo visto pochissimo, direi una presenza scarna la sua. Questa decisione quindi non ci sorprende. Anche come sindacato ci aspettavamo un piano concreto, invece nulla».

 

COMMENTO:

 

Nessun  zelante  artista  ha  pensato  di  regalare  per le feste  natalizie un cellulare  nuovo a  Sergio  Segalini. A  volte  non ci si  pensa.

In teatro  come nella vita  è  importante  come  si  entra  e  come si  esce  dalla scena. Diciamo  pure  che l'uscita  di Segalini non  è  stata  delle  più  signorili...tra  lettere  strette  in mano  alla  Violetta  Valéry, ferite  mortali,  fughe  dall'  "inferno"  di  Napoli  (prima  era  forse  un paradiso?).

Ha  replicato  molto  bene  il commissario Nastasi, che  in questi ultimi anni  è  riuscito a  risanare  le  malridotte  casse  del  teatro, dopo le  pessime  gestioni  precedenti la  sua  venuta.

Tragicomica  la  "difesa"  imbastita  sul  "Corriere della  sera"  da  Paolo  Isotta,  giunto in tardivo  soccorso  dell'amico , semplicemente  per ringraziarlo delle vacanze-premio  a  Martinafranca,  quando  Segalini  era  ivi  responsanile artistico  del  Festival. "Io  ti  do  la  vacanza  a  tte, tu  mi  dai  la  recensione  (bella)  a mme!".

 


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